prima del cinema vengono presentate una serie di invenzioni, ovvero:
TEATRO DELLE OMBRE: in Cina viene considerato uno strumento di educazione. Nel 1700 sbarca in Europa e nel 1730 in Germania. In Francia questa forma di spettacolo si diffonde rapidamente ed ha vita per tutto l'800 e per il primo decennio del 900 quando riesce a resistere per alcuni anni alla spietata concorrenza del cinema. Ancora oggi in Oriente continuano a tenersi spettacoli di questo genere.
LANTERNA MAGICA: Fu un'invenzione di Christiaan Huygens. Venne messa a punto nel 1659, ma fu presentata quattro anni dopo grazie alle pressioni del padre. Subito veniva usata a scopi scientifici, per analizzare a livello microscopico la struttura degli insetti; successivamente, dopo qualche anno la lanterna magica cambia la propria destinazione d'uso, trovando impiego nelle forme di intrattenimento popolare con rappresentazioni tese a suggestionare il pubblico.
fantasmagoria |
FANTASMAGORIA: è una delle applicazioni della lanterna magica, dove le immagini venivano proiettate su una cartina di fumo (che aumentava l'effetto scenico dello spettacolo). Philidor, montava le proprie macchine da proiezione su delle rotaie; questo permetteva di stimolare il movimento, muovendo avanti e indietro la lanterna su cui poggiava la lanterna.
SCATOLE OTTICHE: è una vera e propria attrazione da fiera con tanto di imbonitore. In occasione di feste o sagre di paese, l'artista offriva uno spettacolo individuale al suo pubblico, fatto di donne, uomini e bambini, mostrando loro alcune immagini all'interno della scatola e accompagnando questa visione con un racconto orale ricco di aneddoti affascinanti. I temi di queste immagini spaziano dalle vedute di monumenti, giardini o strade affollate di gente, oppure scene drammatiche come naufragi, distruzioni e altri eventi disastrosi.
POLIORAMA: Evoluzione della scatola ottica, è concepito per una fruizione individuale. Fù inventato intorno al 1830 a Parigi da un fabbricante di giocattoli e consentiva di osservare un "effetto giorno" o un "effetto notte" della stessa veduta, grazie all'apertura in modo alternato di una finestrella posta tra la veduta dipinta e la lente di osservazione (veduta giornaliera) e di un'altra posta sul dorso dello strumento appena dietro all'immagine (veduta notturna).
PANORAMA: è concepito come uno spettacolo per le masse. All'interno di un edificio circolare, costruito a questo scopo, viene predisposta una pedana centrale in cima alla quale lo spettatore può fruire di un'osservazione a 360 gradi di un panorama dipinto su tela, rappresentante un paesaggio, un monumento o una scena di battaglia.
DIORAMA: Gli inventori d questo strumento furono due pittori, Charles Marie Bouton e Jacque Louis Mandè Daguerre, che nel giugno del 1822 danno vita al primo spettacolo. Simile al panorama anche il Diorama ha una pedana centrale, ma rotante che conferisce grande movimento allo spettacolo. Le tele vengono retroproiettate con degli effetti particolari in modo da suggerire affascinanti illusioni ottiche allo spettatore.
Veduta dalla finestra di Graz |
Attraverso lo scambio di lettere tra Niepce e il fratello è possibile seguire le varie fasi di lavorazione e le evoluzioni degli esperimenti condotti da Niepce in quegli anni. La descrizione di Niepce, nelle lettere, è la precisa rappresentazione mdi un negativo. Dopo una serie di esperimenti trovò il bitume di Giudea, era sensibile alla luce e che reagiva in modo particolare rispetto ad altri materiali fotosensibili: se esposto alla luce, questo anzichè annerirsi si induriva. Comincia allora a fare una serie di esperimenti. Prende una lastra di metallo o di vetro, la ricopre di bitume di Giudea e la espone alla luce, una volta esposta, la lava in un solvente che la lascia nuda nelle parti in cui è caduta poca luce. Dopodichè colloca la lastra capovolta sopra ad una scatola aperta contenente iodio e i suoi vapori oscurano la lastra nelle zone rimaste in ombra. Ottiene così un positivo, realizzando per la prima volta nella storia un'immagine fedele del mondo reale.
Nel 1829 accetta di firmare un accordo societario con Daguerre, dove entrambi si impegnavano a collaborare nelle ricerche.
Nel 1833 Niepce morì e Daguerre proseguì da solo negli esperimenti, fino ad arrivare ad una soluzione, nel 1837 si attesta il primo Dagherrotipo, dove ottenne un'immagine della realtà su una lastra d'argento sensibilizzata con vapori di iodio ed esposta alla luce all'interno di una camera oscura. Ma soprattutto aveva realizzato un'immagine stabile, inalterabile, bloccando la reazione chimica attraverso un fissaggio a base di cloruro di sodio. Il 2 agosto 1839 la Francia dona così al mondo l'invenzione della fotografia e il 19 agosto 1839 all'accademia delle scienze viene reso pubblico il procedimento.
Nel Dagherrotipo le spese sono altissime e sono accessibili solo ad una ristretta cerchia di persone appartenenti alla borghesia agiata, inoltre l'attrezzatura, oltre ad essere costosa, è scomoda e pesante, l'imperfezione tecnica rende necessari tempi di posa molto estremamente lunghi ed è l'impossibilità di fornire delle copie.Il Dagherrotipo è un pezzo unico.
Nel 1851 Daguerre muore.
La fotografia non ha avuto un solo inventore, la notizia dell'invenzione della fotografia arriva in Inghilterra per il signor William Henry Fox Talbot, il quale pochi ani prima aveva condotto una serie di esperimenti che lo avevano portato a risultati che adesso gli sembravano molto simili a quelli di Daguerre. Così si affretta a rendere pubblica la sua invenzione per rivendicare la paternità dell'invenzione.
Nel 1833 fu spinto dalla precisa volontà di realizzare immagini della natura che s'imprimessero da sole e rimanessero fissate in modo durevole sulla carta, Talbot era giunto a realizzare dei negativi e poi dei positivi fotografici su carta sensibilizzata con cloruro d'argento e fissata con sale da cucina.
Talbot aveva scelto di utilizzare delle piccole "scatole", soprannominate "mouse traps"
mouse traps |
Nel 1839 si precipita a presentare un saggio sul suo procedimento fotogenico alla Royal Institution di Londra, dove il 25 gennaio 1839 vengono mostrati alcuni esempi dei suoi "disegni fotogenici".
Il 3 gennaio 1841 annuncia di essere riuscito a perfezionare il suo procedimento a cui da il nome di Calotipo, il quale procedimento è il principio che sta alla base di tutti i procedimenti fotografici che utilizzano i sali d'argento: sviluppo dell'immagine latente.
Nel calotipo l'apparecchiatura è meno ingombrante, le sostanze meno costose e meno pericolose, la tecnica è più semplice, il supporto più economico e reperibile (carta), ma soprattutto è possibile ottenere da un solo negativo un numero illimitato di copie.
Tra il 1844 e il 1846 crea il primo fotolibro "The Pencil Of Nature", che comprende 24 tavole fotografiche.
Nel 1877 Talbot muore.
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